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Il ferro presente nell’organismo deriva dall’alimentazione che, se varia ed equilibrata, è sufficiente per bilanciare le perdite e mantenere adeguati livelli di questo minerale.

Tuttavia, determinati fattori possono portare a uno stato di carenza di ferro, in particolare:

– Una dieta a basso contenuto di ferro;

– Condizioni patologiche che causano un ridotto assorbimento del ferro introdotto con l’alimentazione (ad es. celiachia, diarrea cronica, alcolismo, abuso di lassativi, morbo di Crohn ed altre malattie del tratto gastrointestinale);

Gravidanza e allattamento, dove si ha un maggiore fabbisogno di ferro a causa di una maggior richiesta da parte dell’organismo;

Emorragie e sanguinamenti. La carenza di ferro è molto comune nelle donne in età fertile a causa del ciclo mestruale.

In questi casi può essere necessario assumere un integratore di ferro per mantenere dei livelli adeguati nell’organismo.

Una carenza di ferro si verifica quando l’organismo non ha livelli sufficienti di ferro per produrre emoglobina necessaria al trasporto di ossigeno.

L’anemia da carenza di ferro, detta anemia sideropenica, porta a stanchezza e affaticamento, vertigini, aspetto pallido, mancanza di respiro, difficoltà di concentrazione, mal di testa e irritabilità.

Inoltre, le persone con anemia sideropenica possono avere anche una ridotta funzione immunitaria.

Il fabbisogno giornaliero di ferro raccomandato per un adulto è di 10 mg nell’uomo mentre arriva fino a 18 mg nelle donne in età fertile.

Il fabbisogno giornaliero varia a seconda dell’età, del sesso e durante la gravidanza e l’allattamento.

In generale le donne necessitano un maggior apporto di ferro rispetto agli uomini.

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