Acido folico in allattamento: può aiutare?

Quali funzioni ha l’acido folico?

I folati e l’acido folico svolgono delle funzioni molto importanti per il nostro organismo, e partecipano a diversi processi. Ad esempio, contribuisce a:

• alla normale emopoiesi, ovvero la formazione di nuove cellule del sangue
• alla crescita dei tessuti materni durante la gravidanza
• alla normale funzione psicologica
• al normale metabolismo dell’omocisteina
• alla normale funzione del sistema immunitario.

Una dieta sana e varia apporta, in condizioni normali, quantità sufficienti di folati, che si trovano in alimenti di origine vegetale come le verdure a foglia verde (spinaci, cavolo), carciofi, asparagi, legumi, frutta e frutta secca. In commercio sono ormai diffusi anche alimenti fortificati, ovvero arricchiti con la vitamina B9 – ma anche con la vitamina D, la cui fonte principale non è l’alimentazione ma il sole.

In particolar modo durante una gravidanza, l’acido folico partecipa allo sviluppo del feto, per questo l’apporto di acido folico è determinante sia prima che dopo il concepimento, per le prime settimane.

Acido folico durante l’allattamento

Nel caso di allattamento al seno il fabbisogno di acido folico può risultare aumentato; di conseguenza, potrebbe essere utile l’assunzione di integratori.
Il fabbisogno di acido folico, infatti, è più alto dopo il parto in caso di allattamento al seno. È normalmente presente nel latte materno e una parte di questa sostanza viene trasferita al neonato attraverso il latte stesso.

L’assunzione raccomandata di acido folico nella popolazione generale è di 0,4 mg al giorno, durante la gravidanza aumenta a 0,6 mg al giorno e durante l’allattamento al seno è di 0,5 mg al giorno. Se la dieta non è sufficiente a soddisfare questo fabbisogno, il medico potrà suggerire un’integrazione. Per quanto tempo prendere l’acido folico e quanto acido folico assumere dipenderà dalle caratteristiche individuali e verrà indicato dal proprio medico.

L’assunzione di acido folico durante l’allattamento è considerata sicura, sia per la mamma che per il neonato. Bisogna considerare infatti che il latte materno è, nei casi in cui si opta per l’allattamento al seno, l’unica fonte di nutrimento del neonato, e i nutrienti che contiene sono influenzati da fattori biologici, da fattori ambientali e dalla dieta materna. Per questo è molto importante che sia equilibrata e preveda tutti i nutrienti e i micronutrienti (vitamine, fra cui la B9 o folato, e sali minerali): queste sostanze contribuiranno al corretto sviluppo e alla crescita del bambino.

L’acido folico in gravidanza

In condizioni normali è sufficiente seguire una dieta varia ed equilibrata e avere uno stile di vita sano per introdurre quantità adeguate di folati o vitamina B9 e far sì che l’organismo li assorba correttamente.

L’integrazione di acido folico è però raccomandata nel periodo periconcezionale, ovvero prima e dopo il concepimento. In particolar modo, l’ideale sarebbe assumerlo almeno da 1 mese prima del concepimento fino al terzo mese di gravidanza. L’acido folico può essere raccomandato anche in quei casi di carenza o di aumentato fabbisogno, che si possono verificare in particolari condizioni, ad esempio in caso di patologie da malassorbimento o, appunto, l’allattamento al seno.

In ogni caso è bene rivolgersi al proprio medico prima di iniziare ad assumere integratori, anche di acido folico, e seguire le sue indicazioni: saprà indicare i tempi e le modalità più giuste per ogni singolo caso.